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Negozio Cavada Alimentari

Correva l’anno 1950. I miei genitori Virginio e Dolores ebbero l’idea di chiedere al Comune di poter aprire un piccolo negozio di vino d’asporto e generi alimentari. Avuta la licenza iniziarono i primi passi dell’attività in un locale di pochi metri quadri, posto in esercizio Via Salite, 1. L’attività fu intestata a mia madre: Bortolotti Dolores in Cavada

Così iniziano gli ultimi pensieri scritti da mio nonno. Sono passati molti anni ormai, ma solo ora sono venuto a conoscenza di questo documento prezioso, parte integrante del nostro paese e della storia della mia famiglia. I miei nonni hanno lavorato per gran parte della loro vita nel negozio di alimentari e generi vari, come si può leggere, e prima di loro ancora i miei bisnonni. Insomma è stata un’attività di famiglia che ha servito per più di 3 generazioni i miei compaesani. Leggendo queste parole si capisce con quali sforzi hanno portato avanti quest’attività per poter dare sempre il meglio ai loro clienti

La vendita originale

Tra le molte informazioni che emergono dalle pagine una sicuramente riguarda l’assenza di imballaggi durante i primi anni di apertura. Un periodo in cui la maggior parte dei prodotti era servita e venduta in maniera sfusa

La merce era in prevalenza sfusa: la pasta, la farina gialla e bianca, lo zucchero, i biscotti forniti in latte cubiche 2 del peso di circa 3 kg, che venivano coperte con un coperchio trasparente fornito dai biscottificiIl vino si acquistava in damigiane da 50 It. , si vendeva sfuso; più avanti veniva da noi imbottigliato, etichettato e chiuso con tappo a corona.**(Un lavoro che mio nonno svolgeva molto volentieri.)"

Un servizio in più al cliente

Non solo questo, ma anche olio e caffè con altri prodotti venivano venduti direttamente senza confezioni monouso:

 “Per la vendita dell’olio furono acquistate due pompe con misuratore da 1⁄4 di lt-1/2 lt- 1 lt - una per l’olio di semi vari, una per l’olio d’oliva. In prevalenza si vendeva olio di semi, l’olio d’oliva era al tempo un prodotto extra. Fu acquistata una affettatrice a manovella; due silos per Il caffè che si vendeva in grani, e in secondo tempo un macinino elettrico per dare un servizio in più al cliente

Ho letto queste parole con grande stupore, sia per l’organizzazione impeccabile, ma soprattutto per la volontà di dare un “servizio in più al cliente” comprando un macinino elettrico. Un prodotto così scontato ai giorni nostri, ma allo stesso tempo così importante e costoso allora.

Il pensiero prosegue raccontando, di come il negozio si è evoluto e di come mio nonno, accompagnando mio padre a scuola, passava per Trento e acquistava le verdure direttamente al mercato, che faceva guadagnare non soltanto economicamente, bensì anche nella qualità e nella vicinanza ai produttori del territorio.

L’investimento di tempo

Il lavoro proseguiva abbastanza bene, nonostante la concorrenza potevamo essere competitivi sul mercato, in quanto essendo privati non si contavano le ore di lavoro.”

Questa frase raccoglie tutta l’essenza delle fatiche e sacrifici che i miei nonni, e prima ancora i bisnonni, hanno dovuto sopportare per riuscire a portare avanti questa impresa, un’impresa eroica di fatto. Una vita spesa per il lavoro e per dare “un servizio in più” ai loro clienti: un’etica di grandissimo onore.

Il negozio negli anni ha subito molti cambiamenti e ho potuto anche io vivere quest’esperienza per un breve periodo. Il nonno mi metteva alla cassa e facevo i conti per i clienti più fidati. Non mi dispiaceva, anche se il mio passatempo era scappare in ufficio a giocare con il computer. Mio fratello invece era le braccia del nonno. Era lui che portava le cose più pesanti e alcune volte portava anche la spesa ai clienti più anziani. Il negozio quando lo ho conosciuto io, era completamente diverso dallo stile iniziale, e anche il modo di vendere le cose era stato sostituito da lungo tempo con la plastica e confezioni monouso.

L’attenzione all’ambiente

Una cosa che ricordo con un sorriso era la frutta, la verdura e il pane, che sono sempre stati consegnati in un sacchetto di carta: una tradizione portata avanti negli anni.

Immagino la fatica di portare avanti un’attività e nel contempo pensare alle questioni ecologiche ed ambientali, dopo tutto quello che avevano passato non sia stato per nulla facile. Per questo non posso lamentarmi che non sia stato fatto.

L’idea di iRefill è quella di riuscire a condividere e trasmettere l’importanza di tornare indietro cominciando ad utilizzare di nuovo strumenti e tecniche di vendita sfusa. Un nuovo modo di fare la spesa che però abbia sempre il “servizio in più al cliente” che i miei nonni hanno avuto a cuore da sempre.

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